L’estrazione e la lavorazione del marmo in Versilia sono attività che risalgono a molti anni fà, in pratica ai primi sviluppi di questo territorio.

Forte dei Marmi disponeva di un pontile in legno per il carico del prezioso materiale alle navi che qua attaccavano, mentre Pietrasanta è da sempre uno dei poli più importanti al mondo per la sua lavorazione.

Il marmo, in poche parole, è sempre stato un protagonista della storia versiliese e la sua importanza rimane immutata anche ai giorni nostri.

 

STORIA DELLA LAVORAZIONE DEL MARMO IN VERSILIA

Fonti importanti fanno risalire al 500, in epoca romana, l’inizio dello sfruttamento delle cave di marmo in Versilia.

Il primo impulso all’escavazione arrivo dagli abitanti di Seravezza che nel 1515 offrirono alla famiglia dei Medici i loro monti che, con il Capitanato di Pietrasanta, avevano consolidato il dominio su questo territorio. In realtà si trattò di un vero dono da Seravezza alla famiglia fiorentina che aveva un unico vincolo: i giacimenti di marmo dovevano essere sfruttati.

Fu questa svolta storica che portò il grande Michelangelo in Versilia su incarico di Papa Leone X dei Medici per scegliere il marmo da utilizzare per la facciata della chiesa di San Lorenzo a Firenze.

Michelangelo sul monte Altissimo scoprì un materiale che si dimostrò fondamentale per la sua produzione artistica: il cosiddetto Statutario. Si deve, infine, a Michelangelo (che soggiornò a Seravezza dal 1518 al 1520) il primo progetto di strade per il trasporto dei blocchi di marmo dalla montagna al mare.

Come sbocco al mare si scelse la già citata Forte dei Marmi, oggi meta di un turismo di élite, a poca distanza dalle cave e naturale sbocco verso il mare. Questa località divenne ben presto un fiorente porto commerciale contribuendo allo sviluppo del primo nucleo urbano che, a seguito di bonifiche ed espansioni, è giunto ai giorni nostri.

LE DIFFICOLTÀ DEL ‘700

Con Cosimo I de’ Medici, duca di Firenze dal 1537 al 1569, si sviluppò ulteriormente l’estrazione del marmo in Versilia. L’economia prosperava sia nei territori dell’alta Versilia che nelle zone vicine al mare che diventano in poco tempo porti commerciali. Nel frattempo iniziarono a giungere nel territorio alcuni dei più grandi maestri del tempo, incluso Vasari.

Le prime difficoltà si ebbero nel ‘700 quando l’estrazione del marmo incontrò un periodo di grandissima recessione.

Per avere una ripresa si dovrà attendere la metà del 1800 quando si aprirono nuove cave di marmo in Versilia (si stima che fossero presenti ed attive oltre 100 cave).

Da quel momento, grazie anche allo sviluppo tecnologico, il settore lapideo ebbe una crescita costante che ha reso la zona famosa a livello internazionale.

I LABORATORI DEL MARMO A PIETRASANTA

Tra le città della Versilia senza dubbio Pietrasanta è il centro artistico per eccellenza.

Definita spesso “La Piccola Atene” è sede dell’attività di grandi maestri conosciuti in tutto il mondo tra cui Fernando Botero, Igor Mitoraj, Giò Pomodoro, Kan Yasuda e Ivan Theimer. Non sono i soli, però, considerando la fervente attività artistica e le numerose iniziative culturali che hanno portato in città Pietro Cascella, Joan Mirò, Hans Arp.

In città sono attivi diversi laboratori di scultura e botteghe artigiane. Addirittura la lavorazione del marmo a Pietrasanta risale al tempo dei Romani.

Si deve ad un ex ufficiale di Napoleone, scultore ed esperto di scultura, la creazione di un centro per l’insegnamento della lavorazione artistica del marmo su invito del governo granducale. Questa scuola vide le sue origini nel 1842 e ha reso i pietrasantini tra i migliori marmisti del mondo. Oggi l’Istituto d’arte “Stagio Stagi”, ancora presente in città, è tra i migliori di tutta Italia.

Salto di qualità si ebbe, infine, con gli anni sessanta e lo sviluppo della scultura contemporanea con Henry Moore come precursore di questa corrente. Molti artisti hanno donato nel corso degli anni opere alla città che, quindi, si presenta come un vero e proprio museo diffuso a cielo aperto.

A Pietrasanta, infine, non è soltanto il marmo ad essere oggetto della lavorazione artistica. Molto importante è il mosaico artistico per il quale esistono molte botteghe mentre sono attive le fonderie per il bronzo.

Famose sono rimaste le fusioni delle opere ” La donna in fiamme” di Salvador Dalì e “La Pisana” di Alfredo Martini.

 

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